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Pranzo offerto alla Legazione Italiana (?), Teheran (?), 18 novembre 1865. 135×90 mm. Menu litografico su cartoncino impresso in oro e in blu, cornici esterne impresse a secco. In testa stemma reale Persiano. Intestato al verso ‘Della Croce di Dojola’. Rarissimo menu persiano per pranzo in Iran, a Teheran, probabilmente offerto dallo Shah alla delegazione italiana capeggiata da Della Croce di Dojola. Leggi la descrizione completa, non rimanere nel buio dell’ignoranza!
Naser al-Din Shah Qajar
Pranzo offerto alla Legazione Italiana (?), Teheran (?), 18 novembre 1865.
135×90 mm. Menu litografico su cartoncino impresso in oro e in blu, cornici esterne impresse a secco. In testa stemma reale Persiano. Intestato al verso ‘Della Croce di Dojola’.
Rarissimo e notevole menu persiano per pranzo in Iran, a Teheran, probabilmente offerto dallo Shah alla delegazione italiana capeggiata da Della Croce di Dojola.
Per i contatti fra il Regno d’Italia e la Persia si veda: LE RELAZIONI FRA ITALIA E PERSIA NEL XIX SECOLO: LA CORRISPONDENZA REALE in Oriente Moderno, XLIX, 1-3, 1969.
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Istruzione moderna: Fondò il Dar al Funun, il primo politecnico persiano, che introdusse scienze occidentali come medicina e tecnologia, con insegnanti stranieri e persiani.
Innovazioni tecnologiche: Introdusse telegrafo, servizi postali e miglioramenti stradali, aprendo la Persia al progresso tecnologico.
Riforma militare: Creò la Brigata dei Cosacchi Persiani ,addestrata e armata dai russi, per rafforzare l’esercito.
Cultura e arti: Appassionato di fotografia e pittura, fu il primo monarca persiano a farsi fotografare, promuovendo l’arte fotografica e fondando uno studio nel Palazzo Golestan. Scrisse anche poesie e diari di viaggio, pubblicati in diverse lingue.
Tuttavia, le sue riforme non furono pienamente accettate a causa della corruzione e dell’abuso di potere da parte dell’élite, che alimentarono il malcontento popolare.
Negli ultimi anni del suo regno, Nāṣer al-Dīn perse interesse per le riforme, concedendo privilegi commerciali a potenze straniere, come la concessione Reuter e la concessione del tabacco (1890). Quest’ultima, che dava a una compagnia britannica il monopolio sul tabacco persiano, scatenò un boicottaggio nazionale e una fatwa dell’Ayatollah Mirza Hassan Shirazi, segnando l’inizio del nazionalismo iraniano moderno.
Il 1° maggio 1896, Nāṣer al-Dīn fu assassinato da Mirza Reza Kermani, un seguace di Jamāl al-Dīn al-Afghānī, nel santuario Shah Abdol-Azim a Teheran. Il suo assassinio, simbolico del malcontento verso l’autocrazia Qajar, aprì la strada alla Rivoluzione Costituzionale. La sua eredità è controversa: da un lato, è ricordato per aver avviato la modernizzazione; dall’altro, per non essere riuscito a rispondere alle crescenti richieste di cambiamento.
Negli anni di Nāṣer al-Dīn, la Persia era al centro delle rivalità imperialistiche tra Gran Bretagna e Russia, ma l’Italia, come nuova potenza europea, iniziò a guardare all’Iran per opportunità culturali e commerciali. Il regno di Nāṣer al-Dīn coincise con l’unificazione italiana (1861), un periodo in cui l’Italia cercava di affermarsi sulla scena internazionale.
Nāṣer al-Dīn visitò l’Italia durante i suoi viaggi europei nel 1873, 1878 e 1889, descritti nel suo diario Ruznamaj-i safari-i Farangistan. Durante il viaggio del 1873, il sovrano visitò città come Torino, Milano e Napoli, rimanendo colpito dall’architettura, dall’industria nascente e dall’arte italiana. Questi viaggi rafforzarono l’immagine dell’Italia come centro culturale e tecnologico, influenzando le sue riforme in Persia.
Uno degli aspetti più significativi dei contatti tra Italia e Persia fu l’apporto di insegnanti italiani al Dar al-Funun, il politecnico fondato da Nāṣer al-Dīn. Professori italiani, insieme a francesi e austriaci, contribuirono a insegnare scienze moderne, come medicina e ingegneria, favorendo uno scambio culturale tra i due paesi. Inoltre, l’interesse di Nāṣer al-Dīn per la fotografia e l’arte si collegava all’estetica europea, con influenze italiane evidenti nei suoi lavori artistici.
Sebbene i rapporti diplomatici formali tra Italia e Persia fossero limitati rispetto a quelli con altre potenze, l’Italia partecipò a esposizioni internazionali in cui la Persia era presente, come l’Esposizione Universale di Parigi del 1878. Questi eventi favorirono contatti indiretti, con mercanti e diplomatici italiani che iniziarono a esplorare opportunità in Persia, specialmente nel commercio di seta e tappeti. Tuttavia, la competizione con Gran Bretagna e Russia limitò l’espansione commerciale italiana.
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