Blockchain Secured

Acquistiamo Tutto!

Acquistiamo i tuoi beni

Libri, Grafica, Menu, Vintage & Collectibles

Blockchain Secured

Il rivoluzionario sistema di acquisto sicuro

Buonvecchio BuyBack

Riacquisto garantito sulle opere contrassegnate

Spedizione gratuita

Per tutti gli ordini senza limite di prezzo

Bistolfi, Manifesto Liberty Expo d’Arte Decorativa, 1902

Leonardo Bistolfi, Manifesto della Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna, 1902.

Il manifesto che rappresenta il principio del Liberty in Italia, una pietra miliare della storia dell’arte grafica italiana, opera originale di Leonardo Bistolfi in esemplare incredibilmente puro e a pieni margini. Leggi sotto la descrizione completa!

12.500,00 

Descrizione

MANIFESTO LIBERTY | ART NOUVEAU

LEONARDO BISTOLFI
Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna Torino. 1902. (Lit. Doyen, Torino).

1060×1480 mm. Cromolitografia su carta. Esemplare in condizioni meravigliose, appena qualche lievissima fioritura. A pieni margini. In cornice.

Il manifesto, che rappresenta il principio del Liberty in Italia, una pietra miliare della storia dell’arte grafica italiana, opera originale di Leonardo Bistolfi in esemplare incredibilmente puro e a pieni margini.

L’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna fu la prima esposizione dedicata alle arti decorative moderne in Italia e si svolse a Torino fra l’aprile e il novembre del 1902. Tema dell’esposizione furono «le manifestazioni ed i prodotti industriali riguardanti sia l’estetica della via, come quella della casa e della stanza». Fu una vetrina incredibilmente esplosiva per il Liberty e l’Art Nouveau, il nuovo stile moderno che si stava velocemente diffondendo in Europa in tutte le arti.

Inaugurata grandiosamente presso il parco del Valentino ad aprile del 1902 in un clima di attesa febbrile e di intenso fermento culturale, l’esposizione ebbe l’intento di presentare al pubblico italiano ed europeo il meglio della produzione internazionale moderna nell’ambito dell’architettura, dell’arredamento e delle arti applicate. il Comitato organizzativo, con grande coraggio, inserì nel programma dell’Esposizione un articolo che recitava che «Non potranno ammettersi le semplici imitazioni di stili del passato».

L’esposizione fu quindi il primo grande evento italiano in cui protagonista fu l’Art Nouveau, che stava rivoluzionando lo stile dell’arte in Europa e che fu declinata in Italia come stile Liberty. Frutto di un entusiastico lavoro di un gruppo di artisti torinesi, tra cui Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, l’avvenimento rappresentò il culmine del successo nella breve ma gloriosa esperienza dell’Art Nouveau italiano e torinese. Grazie anche al contributo di Raimondo D’Aronco, l’esposizione ebbe un notevole rilievo internazionale e vi si respirò un clima di spensieratezza e di fiducia nel progresso e nella modernità.

Non rimane traccia delle strutture fieristiche e dei padiglioni degli stati partecipanti (Gran Bretagna, Germania, Francia, Belgio, Austria, Ungheria, Danimarca, Svezia, Stati Uniti e Giappone), realizzati in stile Art Nouveau presso il parco del Valentino ma rimane una ampia documentazione fotografica dell’epoca. L’Esposizione rimase aperta fino a novembre dello stesso anno. Dal bell’articolo di Stella Manfredini Liberty. Torino Capitale (Harper’s Bazaar, pubblicato il 15/11/2023 e disponibile qui)

‘I due eventi attorno a cui si coagula la nascita e affermazione del Liberty – sinonimo di Art Nouveau e specifica espressione artistica del Modernismo – furono l’Esposizione Universale di Parigi del 1900 e l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. Si trattò, in entrambe le occasioni, di tracciare un bilancio complessivo del secolo appena concluso e immaginare quello che si stava aprendo. A realizzare il manifesto pittorico dell’esposizione torinese fu Leonardo Bistolfi: in esso vediamo le tre muse delle arti su uno sfondo paesaggistico indefinito legate da un velo bianco a formare la scritta Ars, “arti”.

In un testo redatto da Bistolfi insieme ad artisti coevi in occasione della rassegna si legge: “Vorremmo che questa nostra esposizione avesse un carattere completamente nuovo, vorremmo cioè fornire ai visitatori non lo spettacolo di un’accolta di oggetti vari di destinazione e stile, ma una serie di complessi decorativi, di ambienti completi, rispondenti ai veri bisogni delle nostre esistenze”.

Un breve giro di frasi che dà la misura di un rinnovamento traghettato dalla necessità di opporre la bellezza dell’arte alla bassa qualità dei prodotti in serie della neo-neonata industria, frutto di un’imitazione senza fantasia delle forme del passato. È così che le nuove frontiere tecnologiche danno vita ad un nuovo stile, affascinante ed esteticamente appagante, che abbellisce e movimenta palazzi, luoghi di pubblica utilità, oggetti di uso quotidiano, ma anche quadri, litografie e manifesti culturali.

Gusto dominante della nuova classe borghese della Belle Époque, il Liberty portò con sé anche il concetto di unità delle arti, come un unicum che abbracciava indifferentemente ogni contenuto della produzione, dal disegno dell’edificio alla maniglia della porta’.
L’opera è venduta con il servizio Buonvecchio Blockchain Secured incluso e l’opzione BuyBack garantita!

Bolaffi, p. 22, Manifesto, 129; Maitres, 1900 p. 125, Wember, 136.