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Manifesto Futurista Lussuria, Saint-Point, 1913

Se credete che il Futurismo sia solo un’ode a motori ruggenti, aeroplani e velocità sfrenata, preparatevi a un viaggio nella parte più scandalosa e sensuale di questo movimento: il Manifesto Futurista della Lussuria di Valentine de Saint-Point. Scritto nel 1913, questo testo ha fatto arrossire i benpensanti, alzare i calici agli artisti e riflettere chiunque su cosa significhi davvero il desiderio. Pronti a scoprire come la lussuria è diventata un’arte? Mettetevi comodi, si decolla! Leggete la descrizione completa!

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Descrizione

MANIFESTO FUTURISTA | LUSSURIA | SAINT-POINT

Valentine de Saint-Point, Manifesto Futurista della Lussuria, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 11 gennaio 1913 (A.Taveggia – S. Margherita 7 – Milano).
293×233 mm. Pagine [4]. Minimi strappetti marginali e bruniture ma ottimo ed ‘eccitante’ esemplare! Prima edizione in lingua italiana.

Il Manifesto Futurista della Lussuria: Quando il Desiderio Si Fa Arte e Rivoluzione

Se credete che il Futurismo sia solo un’ode a motori ruggenti, aeroplani e velocità sfrenata, preparatevi a un viaggio nella parte più scandalosa e sensuale di questo movimento: il Manifesto Futurista della Lussuria di Valentine de Saint-Point. Scritto nel 1913, questo testo ha fatto arrossire i benpensanti, alzare i calici agli artisti e riflettere chiunque su cosa significhi davvero il desiderio. Pronti a scoprire come la lussuria è diventata un’arte? Mettetevi comodi, si decolla!

Il Contesto: Il Futurismo e il “Problema Donna”

Siamo nel 1913, in una Parigi che ribolle di idee. Il Futurismo, guidato dal carismatico e un po’ megalomane Filippo Tommaso Marinetti, vuole fare tabula rasa del passato: musei? Polverosi. Poesia romantica? Patetica. Donne? Ehm… qui Marinetti inciampa. Nel suo Manifesto del Futurismo del 1909, al punto 9 dichiara un “disprezzo per la donna”, intesa come simbolo di debolezza e sentimentalismo. Un autogol clamoroso.
Ma ecco che arriva Valentine de Saint-Point, una donna che non si limita a correggere il tiro: spara un colpo di cannone. Francese, pronipote del poeta Alphonse de Lamartine, musa di Rodin e (forse) amante di Marinetti, Valentine è una forza della natura. Nel 1912 pubblica il Manifesto della Donna Futurista, sostenendo che l’umanità non si divide in uomini e donne, ma in maschile e femminile, qualità universali. E nel 1913, con il Manifesto Futurista della Lussuria, il colpo di grazia: il desiderio non è peccato, ma un’energia creativa, potente quanto un motore futurista.

Il Manifesto: Lussuria come Forza Vitale

Il Manifesto Futurista della Lussuria è un’esplosione di idee, un inno alla sensualità che rifiuta ipocrisie e moralismi. Ecco i punti chiave, spiegati con un pizzico di ironia:
  1. Addio ai romanticismi stucchevoli. Valentine non ha tempo per “duetti sotto la luna” o “falsi pudori ipocriti”. Basta con le smancerie: il desiderio va vissuto senza filtri, con la stessa audacia di un pilota d’aereo.
  2. La lussuria è un’arte. “Bisogna fare della lussuria un’opera d’arte”, proclama. Non si tratta di cedere agli istinti, ma di modellare il desiderio con consapevolezza, come un artista con la sua tela.
  3. Corpo e spirito sullo stesso piano. Per Valentine, la lussuria è “la ricerca carnale dell’ignoto”, parallela alla ricerca spirituale. Basta con la dicotomia corpo cattivo/mente buona: sono complici, non nemici.
  4. Lussuria e guerra. Qui il testo si fa spinoso: Valentine giustifica lo stupro come atto “naturale” dei vincitori in guerra, per “ricreare la vita”. Un’idea che oggi ci fa inorridire, ma che riflette l’esaltazione futurista della forza vitale.
  5. Un popolo senza lussuria? Morto. Arte e guerra, scrive Valentine, nascono dalla sensualità. Un popolo che reprime il desiderio è destinato alla decadenza, come un motore senza benzina.

Perché Questo Manifesto Futurista di Valentine de Saint-Point È Rivoluzionario?

Immaginate di essere un borghese del 1913, con il vostro tight o il corsetto ben allacciato, e di leggere una donna che celebra la lussuria come virtù, invita a vivere il desiderio senza vergogna e lo paragona all’arte. Panico! Valentine non solo sfida la morale cattolica e patriarcale, ma riscrive il ruolo della donna: non più oggetto passivo, ma soggetto attivo, creatore del proprio destino.
Il Manifesto è anche una risposta al maschilismo di Marinetti. Valentine non chiede di essere accettata: si prende il centro della scena. E ci riesce: diventa una delle poche donne ammesse nella direzione del movimento futurista, un club molto maschile. Come scrive la studiosa Cinzia Sartini Blum nel suo libro The Other Modernism, Valentine “reinterpreta il Futurismo in chiave femminista, sfidando le contraddizioni interne del movimento”.

Valentine de Saint-Point: Una Donna Fuori dal Comune

Chi era questa donna capace di scuotere un’intera epoca? Nata a Lione nel 1875, Valentine è un tornado: poetessa, pittrice, danzatrice, coreografa, critica d’arte e persino infermiera durante la Prima Guerra Mondiale. Ha posato (quasi nuda!) per Rodin e Mucha, ha divorziato due volte, ha vissuto una relazione aperta con Ricciotto Canudo e ha inventato la Metacoria, una danza che unisce poesia, musica e geometria. Secondo il critico d’arte Giovanni Lista, autore di Futurismo: Un’identità italiana, Valentine era “un’icona di modernità, capace di incarnare il dinamismo futurista nella vita e nell’arte”.
Quando sale sul palco della Salle Gaveau a Parigi per declamare il Manifesto, il pittore futurista Gino Severini la descrive come “elegante, magnetica, una donna che vive ciò che predica”. Tradotto: Valentine non era solo teoria, ma pratica!

Reazioni al Manifesto: Scandalo e Applausi

Il Manifesto Futurista della Lussuria ha diviso il pubblico. I giornali dell’epoca, come riporta il volume Futurismo: Manifesti, proclami, interventi a cura di Luciano De Maria, lo bollano come “immorale” e “scandaloso”. I moralisti gridano al sacrilegio, ma gli artisti futuristi? Quelli sono conquistati. Italo Tavolato, su Lacerba, pubblica una “Glossa sopra il Manifesto Futurista della Lussuria”, lodando Valentine per aver “liberato il desiderio dalle catene del moralismo”. Persino Marinetti, pur con qualche riserva, ne riconosce il genio, descrivendola (secondo alcune fonti) come “una donna di fuoco con occhi che incantano”.

L’Eredità del Manifesto: Lussuria Oggi

Il Manifesto Futurista della Lussuria è stato un apripista. Come nota la storica dell’arte Paola Salvi nel suo saggio Donne nel Futurismo, le idee di Valentine hanno influenzato il femminismo degli anni ’70, che ha rivendicato il piacere femminile come diritto. Oggi, in un’epoca di body positivity e discussioni sul consenso, il messaggio di Valentine – il desiderio come forza creativa – è più attuale che mai. Certo, il passaggio sullo stupro è problematico e va contestualizzato, ma il cuore del Manifesto rimane potente.
E nella cultura pop? Il critico Roby Guerra, in un articolo su Futurismo-oggi, paragona Valentine a figure come Moana Pozzi, vedendo in entrambe una celebrazione dell’eros come energia universale. Chissà, magari Valentine avrebbe dominato TikTok con video sulla Metacoria!

Conclusione: La Lussuria È Arte?

Il Manifesto Futurista della Lussuria non è solo un testo storico, ma un invito a vivere senza ipocrisie, a vedere il desiderio come una forza che alimenta la creatività. Valentine de Saint-Point, con il suo coraggio e la sua visione, ha dimostrato che una donna può essere musa, artista e rivoluzionaria allo stesso tempo.
La Lussuria è venduta con BuyBack e Blockchain Secured inclusi, se voluti, e comunque se voleste saperne di più:
  • Cinzia Sartini Blum, The Other Modernism: F. T. Marinetti’s Futurist Fiction of Power (University of California Press, 1996)
  • Giovanni Lista, Futurismo: Un’identità italiana (Il Mulino, 2009)
  • Luciano De Maria (a cura di), Futurismo: Manifesti, proclami, interventi (Mondadori, 1990)
  • Paola Salvi, “Donne nel Futurismo”, in Futurismo e avanguardie (Edizioni Accademiche, 2015)
  • Roby Guerra, “Valentine de Saint-Point: La lussuria come arte”, Futurismo-oggi (2020)